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Si è conclusa “Settembre in Santa Chiara” con la serata dedicata a Pietro Gioja

Si è concluso giovedì 8 ottobre scorso, il ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara”. Un’edizione, la quattordicesima, particolarmente seguita ed apprezzata. Nei 5 appuntamenti previsti da calendario, considerevole è stata l’affluenza di giovani, testimonianza più autentica di una nuova idea di storia meno elitaria, più condivisa. E’ proprio questo il concetto cardine dell’intervento della vice presidente di “Terra Nocum”, nonché presidente DARF, Mariarosaria Lippolis, chiamata ad introdurre la serata “La storia non è un affare elitario. La storia dovrebbe appartenere a tutti e questa manifestazione si propone di rendere fruibili all’intera comunità, ricostruzioni storiche appassionate ed esaustive, frutto dell’opera di infaticabili studiosi locali. Terra Nocum nasce dalla volontà propositiva di Pasquale Gentile, storico locale e profondo conoscitore della nostra comunità. L’errore più comune che si suole commettere è considerare la storia come qualcosa di acquisito. La storia è in continuo divenire. La ricerca storica è un grande puzzle, dove trovare l’incastro perfetto fra tutti i documenti, è un lavoro attento e meticoloso.”

Entrando nel merito dell’evento, la parola è passata a Pasquale Gentile. Allo studioso locale, veterano della manifestazione, l’arduo compito di delineare la poliedrica figura di Pietro Gioja, dedicatario della serata organizzata per i 150 anni dalla sua scomparsa. La prolusione ha spaziato dal contesto storico culturale in cui Gioja ha operato, al tratteggio proprio della sua personalità. Amministratore, giurista ed autore particolarmente sensibile alla questione demaniale, Gioja ha guidato il paese nei suoi periodi più bui, occupandosi, tra l’altro dell’ampliamento della Chiesa del Carmine, del ripristino della fiera di mezzagosto e della prima illuminazione con 12 fanali a riverbero. La lettura di alcuni documenti storici ufficiali, tra cui la poesia “all’orfana signora Emilia Giordani”, è stata interpretata dall’attrice Rita Laforgia.

Ha concluso Josè Mottola, presidente del Centro Culturale Albanese, “Proprio l’esame della vicenda umana e politica di Pietro Gioja ci offre uno spaccato realistico emblematico di quello che è il Mezzogiorno nel periodo a cavallo dell’Unità d’Italia. Caratteristici sono aspetti di grande arretratezza civile e l’importanza dello strumento “fiera” per lo sviluppo del commercio.” Durante la serata sono state distribuite cartoline recanti l’effigie di Pietro Gioja. Le stesse, assieme ad altrettante, saranno esposte, domenica 11 ottobre, presso il Chiostro delle Clarisse, in occasione di un annullo filatelico speciale dedicato appunto alla memoria di Pietro Gioja.

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